Non vogliono sentire parlare di larghe intese i nove sindaci della lista “Provincia Insieme” che correrà – per la verità senza troppi concorrenti – alle prossime elezioni provinciali. Le prime in cui i componenti del consiglio non saranno scelti direttamente dai cittadini, ma in via ‘indiretta’ dai consiglieri comunali eletti nelle varie località della provincia estense.
La notizia del nuovo “listone”, del resto, era già da tempo: i partiti che amministrano almeno un Comune hanno raggiunto un accordo per il quale il sindaco del capoluogo, Tiziano Tagliani, guiderà la giunta provinciale durante la prossima consigliatura, che secondo lo stesso primo cittadino ferrarese coinciderà con la “fase di transizione” che vedrà le Province italiane svuotarsi mano a mano di cariche e deleghe in favore di Comuni e Regioni. Ecco quindi comparire nella sala del consiglio provinciale diversi sindaci del Partito Democratico, da Nicola Minarelli di Portomaggiore (primo a ideare e proporre l’accordo con i vari partiti) a Nicola Rossi di Copparo, passando per Antonio Fiorentini (Argenta), Piero Lodi (Cento), Gianni Michele Padovani (Mesola) e Diego Viviani di Goro. Non mancano ovviamente i ‘due Fabbri’, Alan e Marco, eletti a Bondeno e Comacchio e che porteranno in consiglio Lega Nord e Movimento 5 Stelle, mentre manca alla presentazione, ma sarà presente in lista, Fabrizio Toselli di Sant’Agostino in rappresentanza di Forza Italia. Nella lista sono presenti inoltre le consiglieri comunali del Pd ferrarese Bianca Maria Vitelletti ed Elisabetta Soriani e il consigliere provinciale del gruppo Forza Italia, Cristiano Di Martino.
I primi cittadini ripetono a più riprese lo stesso concetto: “Nessuno è a caccia di poltrone o privilegi”. Tagliani afferma che “Per il lavoro in consiglio regionale non saranno previsti rimborsi e compensi, anzi sarà una responsabilità molto pesante soprattutto per i sindaci dei Comuni molto lontani, ma è chiaro che i cittadini si aspettano che attraverso la costituzione di questo consiglio continuiamo ad assicurare i servizi che competono alla Provincia, come la viabilità, l’agricoltura, la pesca, il turismo o la formazione professionale. Oggi manca ancora l’accordo tra la Conferenza di Stato e le Regioni, quindi andremo a governare con le stesse identiche competenze di prima”.
Non sono mancate nelle scorse settimane le critiche da parte di chi accusa i sindaci di aver dato vita a nuovi casi di “larghe intese”, e a questo proposito il sindaco di Comacchio afferma che “questa è la lista degli amministratori, fatta di persone che tutti i giorni lavorano nel territorio per i propri cittadini: questo è lo spirito con cui sono entrato in questa lista. Non nego che c’è stato una spinta in tal senso anche da parte degli operatori turistici, ad esempio riguardo al ruolo della Provincia all’interno dell’Ente Parco, che dopo una paralisi di un anno e mezzo non può permettersi di essere ulteriormente ingessato. Questo lavoro in Provincia non soltanto verrà fatto gratuitamente, ma ci rimetteremo anche di tasca nostra, visto che non ci saranno rimborsi per gli spostamenti. Lo spirito da parte mia è di massima collaborazione”.
Anche il bondenese Alan Fabbri rifiuta le accuse di ‘inciuci’ e spiega che “avere la propria provenienza politica è un valore aggiunto per amministrare, anche se qualche movimento non l’ha capit0. Probabilmente non hanno capito di cosa sono espressione le istituzioni”. Ma il ‘listone’ resterà un caso isolato al ferrarese o, vista la nuova forma delle Province, si estenderà anche in altri territori? Secondo Tagliani “Certamente il tentativo di convergenza istituzionale sta anche nello spirito della legge e a quanto mi risulta ci sono idee simili anche a Modena e Ravenna, ma non ho notizie sul loro esito finale. Ma confido che questo esempio venga seguito anche altrove, visto che è la riforma stessa a chiedere ai sindaci di farsi carico di un governo di tipo istituzionale”.
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